Salite e discese

Il sentiero naturalistico del Monte Rite

Eliana, operatore olistico della Val di Zoldo, racconta la sua esperienza camminando lungo il sentiero naturalistico del Monte Rite, un'escursione che ha scelto di svolgere in autunno.

 

Siamo in pieno autunno e l’ultima domenica di ottobre decidiamo di andare alla scoperta del sentiero naturalistico del Monte Rite. Il clima è molto gradevole e il sole ci accompagna per tutta la durata della camminata.

Giunti in località Quatre Tabià sulla strada provinciale 347 che porta al passo Cibiana, iniziamo il nostro percorso lungo il sentiero 494, che porta anche al Col Dur. Da subito i miei occhi si riempiono dei colori caratteristici dell’autunno: il giallo che sembra a tratti dorato e poi le varie sfumature del rosso e dell’arancione che si alternano alle varie gradazioni di verde. Lo scricchiolare delle foglie sotto i piedi e la salita che non sembra neanche faticosa da quanto la mia attenzione è catturata dalla bellezza della natura.

Intravediamo il primo scorcio sul gruppo del San Sebastiano e sul monte Mezzodì e arriviamo in un punto particolarmente panoramico dove c’è una panca per la sosta. Qui rimango rapita da un bellissimo albero dai mille rami che sembrano quasi delle braccia che si allungano verso il cielo in cerca del sole.

Ancora un po’ di salita e arriviamo ad un bivio dove si apre una splendida vista sul gruppo del Bosconero e dopo aver preso il sentiero 478 che porta al Monte Rite continuiamo a salire. Arriviamo alla Forcella di Val Inferna e il panorama ci regala un altro splendido scorcio prima sul monte Antelao.

Continuiamo la nostra salita e invece di proseguire per la strada mulattiera che conduce al Rite, imbocchiamo un sentiero in discesa ovvero il Sentiero naturalistico, segnalato dai cartelli che narrano la flora, la fauna e la storia della zona. L’ideale sarebbe percorrerlo nel periodo fiorito per godere dei colori della fioritura, ma anche d’autunno regala molta calma e tranquillità e altrettanti colori. Anche gli animali del bosco si fanno vedere: un tasso velocissimo s’inerpica su di una salita, un picchio cerca l’albero ideale per soggiornare e le galline cedrone sbucano da dove meno te lo aspetti facendoci prendere anche un pochino di paura.

Ecco che arriviamo ad un altro cartello che indica Croce monte Rite e saliamo ancora per un po’ fino a trovare un muro fatto di sassi che testimonia l’antica presenza di una postazione militare. Da qui il panorama è favoloso, non è una novità, ma poter immortalare il monte Civetta e il monte Pelmo in un unico fotogramma è sempre un qualcosa di speciale. E finalmente spunta anche la croce della nostra meta dove ammiriamo in pace le montagne. Sostiamo per poco perché il vento si fa sentire e soffia piuttosto forte. Scendiamo appena sotto dove ci concediamo il meritato pranzo comodamente seduti nell’area pic-nic.

Finita la sosta torniamo un po’ indietro e percorriamo un altro sentiero in salita che conduce al Monte Rite, fino ad arrivare al forte che ora ospita il Messner Museum e al rifugio Dolomites. Decidiamo così di ridiscendere percorrendo la strada che nel periodo estivo viene usufruita dai taxi navette, che conduce al passo Cibiana.

Passeggiata non impegnativa, panoramica e che offre un’immersione nella tranquillità.


Eliana Santin

 

[Ph credits: Franco Voglino]




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