La Grande Guerra

Le postazioni di Col de Salera e del Monte Punta

L'itinerario permette di visitare una delle opere fortificate dello Zoldano, che, assieme a Col Baion, situato più a sud, sull’altra sponda del Maè, collegava lo Spiz Zuel alle difese del Becco di Cuzze e delle Crepe di Serla in Val Boite. Da Casal (m 1050) si procede per carrabile verso ovest per incrociare il sentiero n. 492 che sale da Col e si continua poi con questo segnavia sul versante destro della Val Visia, fino al Col de Salèra (m 1629). Da qui si può procedere sempre per facile sentiero (segnavia n. 499) alla volta del Monte Punta (m 1952), dal quale si può scendere alla Forzela (m 1723) e quindi a Costa e Brusadaz. Dal Col de Salèra si può scendere anche direttamente per Mas di Sabe (m 1464) a Costa.

Ritrovo: a Casal (m 1026) o a Col di Astragal (m 1069). 

 

Curiosità: il Col de Salera e il Monte Punta

Il tracciato che sale alla cima del Monte Punta, lungo il crinale del Lariét e del Col de Salèra, inizia dal centro di Forno di Val di Zoldo, nei pressi dell’antico Palazzo del Capitaniato, ora sede dei Museo dei Ciòdo. Seguendo il tracciato dell’antica strada che collegava le frazioni di Calchera e Cella si raggiunge la periferia dell’abitato di Casal. Il sentiero costeggia il torrente El Gàf, con un ampio tracciato, ricco di opere di sostegno in pietrame e ritmato da filari di faggi, attraverso la rigogliosa vegetazione dell’alveo. Fuori dalla frazione di Casal il sentiero si immette sulla strada bianca che attraversa la Val de Visia per inerpicarsi verso il Col Lariét (m 1304) ed osservando la sede stradale si scoprono tratti di lastricato in pietra che costituiva il fondo della strada militare.

 

Prima di raggiungere la sommità del colle il tracciato assume la connotazione di sentiero (segnavia C.A.I. 492) che si addentra nel bosco, occupando un sottile nastro all’interno della più ampia sede della strada militare. Seminascosti dalla vegetazione di sottobosco possiamo intravedere i muri di sostegno, in pietre abilmente squadrate e posate a secco; fra le radici degli alberi intuiamo l’andamento dei blocchi che delimitavano il ciglio stradale. Con tornanti a pendenza costante continua la salita lungo il crinale del Col de Salèra (m 1629), in mezzo alla vegetazione di abeti e larici che, di tanto in tanto, si dirada in alcune piazzole pianeggianti a lato del sentiero, che un tempo costituivano punti di osservazione e controllo dei territorio. É proprio alcuni metri dopo una di queste piazzole scopriamo, alla nostra sinistra, l’imbocco della galleria del Col de Salèra (attenzione: non visitabile), scavata nella roccia dei colle al tempo della Grande Guerra. Superata la galleria, la salita verso la cima si fa più ripida e a tratti esposta, mentre la vegetazione comincia a diradarsi (segnavia C.A.I. 499).

 

Si raggiunge velocemente la sommità del Punta, che presenta ancora i solchi di vari trinceramenti ed un osservatorio, che offre uno stupendo panorama, grazie alla sua posizione centrale nel circo delle vette della Val di Zoldo. L’importanza di questo colle (m 1629), situato tra Dont e Zoppè, è dovuta al fatto che da qui è possibile inquadrare visivamente anche il Col di Lana ed il Monte Pore attraverso Forcella Staulanza, cosicché ad esso si interessò, seppur con un certo ritardo, la nostra strategia difensiva. preoccupata della soluzione di continuità che la nostra linea gialla palesava tra opere fortificate cadorine ed agordine. Dopo le prime ispezioni effettuate nel 1915, nel mese di dicembre del 1916 fu raccolta tutta la documentazione fotografica del sito, nonché delle visuali panoramiche per la definizione delle opere da costruirvi. Nel luglio del 1916 fu così possibile predisporre un progetto (cui lavorò il Ten. Alberto Alpago-Novello, cl. 1889) per la realizzazione di una postazione d’artiglieria in caverna. La galleria ha un singolo imbocco, che dopo 30 m circa si biforcava in due bracci lunghi circa 70 m cadauno, i quali portavano a due caverne di tiro. Queste, verosimilmente, date le dimensioni, avrebbero dovuto ospitare cannoni da 149 mm con direzione di tiro NO e NO-O, ovvero verso le provenienze dalla Staulanza. Lo sviluppo complessivo delle gallerie di Col de Salèra era di circa 170 m, per una larghezza di 3-3,.5 metri ed un’altezza di 3. Le caverne di tiro erano previste di dimensione 4,5 x 4.,5 m ed un’altezza di 3,5 m. La quota sul livello del mare delle camere di tiro era a circa m 1592.

 

Il ritorno a fondovalle offre varie alternative: -ridiscendere dalla via di salita; -proseguire lungo la cresta del Punta fino a La Forzèla (m 1723) e da qui a nordest per raggiungere Zoppè di Cadore o, in alternativa, verso ovest alla volta della frazione di Costa; -seguire un anello che ci riporta al Col de Salèra: questo tracciato, in parte su strada sterrata, in parte lungo il sentiero C.A.I. 492, attraversa la località Mas di Sabe, tipico fienile della Val Zoldana; dal Col de Salèra si prosegue la discesa facendo a ritroso il tratto di tragitto percorso in salita (C.A.I. 492).

 

(testi: I LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA IN PROVINCIA DI BELLUNO Interventi di recupero e valorizzazione nei territori del Parco della Memoria Progetto cofinanziato dall’Unione Europea mediante Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Iniziativa Comunitaria Interreg IIIA Italia-Austria 2000-2006 - Progetto (Cod. VEN 222001) - si ringrazia l'Unione montana Agordina per la concessione dei testi). 




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