I gnòc da zùca: ve li ha mai fatti la mamma?
Le mamme zoldane sì, li fanno spesso. Esistono a quanto pare gnòc differenti, e diverse varianti per sfruttare la dolcezza e la morbidezza della zucca. Per questo esistono i gnòc da cadìn e i casonzìei, ma di questi ve ne parleremo nella prossima puntata.
Ebbene rimbocchiamoci le maniche, è il momento di preparare la zucca! Noi in casa usiamo di solito quelle allungate non tondeggianti, con la scorza bella porosa e ruvida.
Spezzettata la zucca, viene spostata nella pentola. Poi la ricetta dice:
“Incant che avé fat cùose la zùca, la smarzeghé ben polito inte ‘n cadin e meté farina bianca, an sin de sal, an sin de canéla e lauré la pasta che la siebe bela molesina.”
Tradotto: cotta la zucca, (e tolta la scorza) si schiaccia bene la polpa in una terrina, si aggiunge farina bianca (QB), sale (QB), cannella (QB) (più un uovo, dice mamma) e si lavora la pasta finche non diventa morbida e vellutata. Quanti QB! Eppure le nostre nonne non si facevano tanti problemi di dosi! Considerate che il risultato deve essere una crema, arancione e densa.
E’ il momento di fare tante knell col cucchiaio da cuocere poi in acqua bollente.
Per condire, l’ideale è una spolverata di puìgna (ricotta affumicata) con un po’ di botìro frìt (burro fritto), anche se, in assenza di puìgna, la potete sostituire con del formaggio grattugiato (per i puristi della ricetta un vero colpo al cuore, quindi manteniamo il segreto e facciamo finta di non averlo proposto come alternativa).
I gnòc da zùca sono pronti per essere mangiati!
Buon appettito! E ricordate: se preferite mangiare a cucinare, venite in Val di Zoldo, a gustare i sapori della tradizione.
(Questa e altre ricette sono raccolte in “La mia Val” di Noris De Rocco, 1984 Stampa Borghi Monza)
Val di Zoldo ti aspetta