Un breve e facile percorso ad anello (un’ora) tra le vecchie case di Chiesa e Molin, i villaggi più alti della valle di Goima, e tra i prati che consentono di godere la vista su Bosconero e Mezzodì.
Da Dont si risale la strada provinciale 347 del passo Duràn fino al bivio per Molin (1.182 m), dove si può lasciare l’auto nel modesto spazio davanti alla ex scuola comunale, che ora ospita il “Museo degli usi, costumi e mestieri della valle di Goima".
Proseguendo a piedi per la strada provinciale, si raggiungono le prime case di Chiesa di Goima. Qui si abbandona la strada principale e ci si addentra nel piccolo nucleo abitato, caratterizzato da vecchi rustici e case antiche dette vaticani. Sullo sfondo si staglia la Moiazza, tagliata dal caratteristico scalino roccioso che sostiene il grande Vant di Moiazza. Sulla piccola piazza al centro del paese si affaccia la chiesa parrocchiale di S. Tiziano (1400), recentemente ristrutturata, con il tipico campanile a cipolla, che conserva all’interno opere d’arte preziose.
Proseguendo, si raggiunge la strada in corrispondenza di un piccolo slargo (Canzel Grant, 1.240 m). Qui si individua una traccia di sentiero che scende a Molin costeggiando un pascolo recintato (attenzione ai fili in cui passa corrente elettrica). Guadagnata la strada comunale, la si segue brevemente verso destra (sud) a oltrepassare il torrente, dove si trova l’edificio della vecchia segheria con il mulino ad acqua (una delle ultime a cessare l’attività in Zoldo). Tornando sui propri passi, si segue la strada comunale, pianeggiante, godendo a monte la vista dei tetti delle case sopra i quali emerge il campanile di S. Tiziano che si staglia contro il verde della vegetazione. Verso sud-est le cime di Sfornioi-Bosconero spuntano da sopra i boschi del Col Baion, e a est gli Spiz di Mezzodì offrono uno spettacolo fantastico nelle ore del tramonto.
Il pioniere della Moiazza
Giovanni Angelini era figlio di madre zoldana (Caterina Cordella in Panciera Besarèl), che gli trasmise “l’amore per questa valle e per questi monti”, come lui stesso scrive. Angelini è stato il primo a descrivere con precisione e dovizia di dettagli tutti i monti di Zoldo, con lunghi articoli pubblicati in monografie delle Alpi Venete.
La prima di queste (Salite in Moiazza, 1950) rimane un testo fondamentale e testimonia come questa fosse la sua montagna preferita, esplorata negli angoli più nascosti con il fratello Valentino, Franco Vienna, Silvio Sperti e altri. Seguirono poi le monografie su Bosconero, Tamer-San Sebastiano e Prampèr-Mezzodì e infine i volumi “Civetta per le vie del passato”, “Pelmo d’altri tempi” e la guida per il Cai-Tci “Pelmo e Dolomiti di Zoldo”.
[Testo: Unione montana Longaronese Cadore Zoldo]
Attenzione: possibilità di variante meno frequentata d'estate dalle auto, pendendo dalla partenza via Molin e in seguito, via Mez, strada in salita con scorci straordinari sul paese di Chiesa con la Moiazza sullo sfondo. Arrivati in cima, facendo attenzione si attraversa la SS347 del Passo Duran e si prosegue verso l'abitato di Chiesa. Invariato il resto del percorso.