Come la maestria della famiglia Casal divenne celebre a Venezia.
L’emigrazione dalla montagna bellunese a Venezia, in particolare dalla Val di Zoldo, fu costante nei secoli: manodopera dapprima scarsamente qualificata, col tempo si specializzò, e in alcuni settori raggiunse livelli di eccellenza (i pasticceri Colussi da Pianaz, i tintori da Goima...).
Divennero famose nell'Ottocento famiglie quali i Panciera, i Battistin, i Casal, i Cucco, proprietarie di squèri, i cantieri privati per la costruzione di battelli e barche. È ampiamente documentato che la maggior parte dei garzoni negli squeri veneziani proveniva dalla montagna veneta.
Molti giovani apprendisti diventavano lavoranti, capomastri e infine proprietari, trasferendo la residenza a Venezia. Uno studio fondamentale sullo squero Casal, curato da Giovanni Caniato, è apparso nel fondamentale volume collettaneo del 1988 “Dai monti alla laguna”.
Negli ultimi anni Fabio Santin ha effettuato un attento lavoro di rilievo e restituzione grafica dei modelli di imbarcazioni tipiche veneziane realizzati dai Casal e custoditi nei depositi del museo Correr di Venezia, per documentare, anche a futura memoria, le linee, le modifiche e gli aggiustamenti rispetto alla consuetudine, che avevano contraddistinto la produzione dello squero Casal ai Servi.
Lo stile che si era creato in questo cantiere, la bellezza delle rifiniture e delle decorazioni, percepibili anche nei modelli in scala destinati alle Esposizioni Internazionali e pluripremiati, arrivarono a una tale raffinatezza che a Venezia si diffuse il motto: “barca de Casal e po’ no più”, quasi a significare che si era raggiunto un grado di perfezione difficilmente superabile.